Edito dalla casa editrice di proprietà di Enrico e Ada Boni, quest’ultima notissima al pubblico femminile appassionato di cucina per il “Talismano della felicità” e il periodico “Preziosa” (1915-1959), questo curioso manuale testimonia come in pieno periodo autarchico e di sanzioni e a pochi mesi dallo scoppio della seconda guerra mondiale, esista un’attenzione dedicata ad un pubblico privilegiato e ad un prodotto straniero come il the (ma compare in più ricette anche la salsa Worcester) colpito dai provvedimenti di restrizione alimentare.
Guida delle “gentili Signore” per questo “rito di eleganza e di buon gusto” è un professionista del settore, insegnante nelle Scuole d’Arte Gastronomica di Firenze.
Le donne sono al centro della scena:
La preparazione di piccole varietà di ghiottonerie per il tè ben si adatta, come la preparazione della pasticceria, a gentili mani femminili. Coteste preparazioni devono basarsi oltre che sulla loro bontà anche su una preparazione di fine gusto; e una signora o una signorina vi potranno, meglio che in qualunque altra preparazione, portare una nota personale di caratteristica signorilità. Siamo sicuri che con la guida esperta di Giovanni Giannoni esse diverranno presto maestre nella simpatica arte di preparare un tè elegante con la soddisfazione di poter presentare una scelta di piccole cose deliziose e soprattutto nuove.
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Sembrano lontane anche le indicazioni del regime per il purismo linguistico: uno dei pochi termini tradotti e italianizzati è proprio la parola the. Per il resto si trovano indicazioni per preparare canapè, éclairs, scones, muffins, cakes, strudels, savarins, sponge cake, Sacher tarte, mince meat.
Il privilegio si manifesta apertamente soprattutto nella scelta degli ingredienti: compaiono foie gras, caviale, salmone affumicato, tartufo, bottarga, mazzancolle. Mentre nella sezione dedicata alle Coppe gelate e cocktails si riporta l’uso «che si va generalizzando di presentare, anche nei ricevimenti dei pomeriggi, coppe gelato o cocktails».
È la testimonianza di una prassi raffinatissima e opulenta, consona a ritualità dell’alta borghesia cosmopolita, incurante delle regole del regime e immune dalla miseria.