Quando, nell'ultimo scorcio dell'Ottocento, iniziò a svilupparsi una fattiva collaborazione tra mondo accademico, organizzazioni agrarie e pubblica amministrazione per creare servizi tecnici e di assistenza per i produttori, le Cattedre ambulanti di agricoltura iniziarono a prendere piede in maniera rilevante. Il successo e il consenso furono immediati per queste istituzioni che, nate per lo più per iniziativa locale e in forma di organismi consortili, si proponevano di favorire l'avanzamento dell'agricoltura, la diffusione delle conoscenze agrarie e la sperimentazione delle innovazioni. Fu la conferma che molti avevano visto giusto: la via da seguire era quella della istruzione e della propaganda agraria. Molto importante fu il ruolo dei direttori di queste istituzioni che, assunti come conferenzieri, diventarono di fatto veri e propri apostoli della cooperazione, promotori di industrie, commercianti di concimi, assicuratori e molto altro ancora.
A Piacenza la Cattedra ambulante si costituì nell'aprile del 1897 e, dopo qualche mese, arrivò il nuovo direttore, il “conferenziere e consultore” Ferruccio Zago. Nella città emiliana Zago resterà per venti anni, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo dell'agricoltura locale. La cattedra piacentina, la settimana sorta in Italia, divenne ben presto una delle più importanti a livello nazionale, in grado di trascinare lo sviluppo agrario di una provincia che, in pochi decenni, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, grazie ad un’efficace integrazione tra agricoltura, industria e propaganda agraria, fu in grado di superare una situazione di grave arretratezza. Per venti anni, con il suo cavallo, Zago percorse in lungo e in largo la provincia, lasciando una profonda impronta e divenendo l'“amico dei contadini” piacentini, i quali ebbero modo di conoscere ed apprezzare le sue doti.
Classe 1871, nato in provincia di Rovigo, dopo il diploma alla Scuola di pomologia ed orticoltura di Firenze, Zago lavorò per qualche anno come assistente del conterraneo Tito Poggi, uno dei più importanti propagandisti agrari dell’ultimo Ottocento, grande promotore delle cattedre ambulanti, nate in quel periodo per favorire la diffusione delle conoscenze agrarie e la sperimentazione delle innovazioni nella campagne. A chiamarlo a Piacenza fu Giovanni Raineri, fondatore nel 1892 della Federconsorzi e grande tessitore di reti di collaborazioni professionali. Raineri conosceva bene le campagne piacentine e sapeva che c'era ancora tanto da fare. Zago iniziò presto una capillare attività di conoscenza del territorio. La missione ambulante portò infatti a cercare ogni possibile contatto con gli agricoltori. Il pomologo veneto frequentava spesso le ferie e i mercati. Qui parlava, discuteva e si confrontava. Tantissime conferenze e sopralluoghi, ma anche incontri casuali ai bordi del campo: fu in questo contatto quotidiano che maturò il forte legame tra Zago e gli agricoltori piacentini. L’azione della Cattedra diverrà via via più capillare e specializzata, anche attraverso l’apertura di sezioni territoriali e l’attività di nuovi assistenti. Zago rimarrà sempre un ambulante, nello spirito e nella pratica. In venti anni macinò centinaia di chilometri, a cavallo e a piedi, tenne centinaia di conferenze, istituì campi sperimentali, rilasciò consulti orali e scrisse moltissimi articoli sulla rivista da lui fondata. Zago infatti fu un ottimo pubblicista e, dopo aver collaborato con i giornali dell’amico Raineri, riuscì a coronare dieci anni dopo il suo arrivo a Piacenza, un grande sogno: quello di fondare e dirigere un proprio giornale. «L’agricoltura piacentina, organo della cattedra ambulante e delle altre istituzioni agrarie della provincia di Piacenza», vide la luce nel gennaio 1908 uscito dai torchi dello Stabilimento tipografico piacentino. Come ricorderà l'assistente Giovanni Pallastrelli: «dalla stanza personale di lavoro, nella Cattedra ambulante di Piacenza, Ferruccio Zago scriveva di solito la sera tardi, e spesso molto tardi, dopo la sua laboriosa giornata. Scriveva sulla cartella rapidamente, senza pensare, come se continuasse la conferenza, il colloquio, la lezione che nel corso della giornata aveva tenute in campagna coi suoi agricoltori. Le cartelle passavano senz’altro sul banco del compositore perché Zago scriveva all’ultimo minuto». Anche questa era la via verso la «nuova agricoltura», al fine di formare un tipo nuovo di agricoltori. Di fatto questo periodico, che avrà lunga vita, continuando le pubblicazioni anche dopo la cessazione dell’attività della Cattedra, diverrà, con i suoi testi e le sue belle foto, il documento/testimone del progresso dell’agricoltura piacentina del XIX secolo.
Zago, pomologo di formazione, dedicò tanti scritti al tema della frutticoltura. Molte schede varietali pubblicati, oltrechè sul periodico della Cattedra, anche sulla «Italia agricola» sono a firma sua. Nell’ultimo decennio dell’Ottocento Giovanni Raineri aveva infatti portato la direzione della rivista «Italia agricola» a Piacenza e contemporaneamente aveva fondato il «Giornale di agricoltura della domenica». Le due testate, alle quali collaboravano i più importanti agronomi del tempo, divennero nel giro di poco tempo i “massimi diffusori” delle scienze agrarie a livello nazionale. Con i due periodici - il primo destinato agli scritti di attualità scientifica economica e tecnica, il secondo di cronaca politica e informativa propagandistica – si aprì una palestra di utili notizie, spesso di vivaci polemiche, di suggerimenti in tutti i settori agricoli e delle industrie associate. Ferruccio Zago fu un attivo redattore di questi due periodici, collaborando in particolare sul piano della pomologia. Le schede dettagliate varietali erano accompagnate da magnifiche tavole a colori, particolarmente accurate. Zago fu anche un valente fotografo e, almeno fino al 1919, molte fotografie relative alle azioni della Cattedra furono scattate da lui. Sono foto che documentano in primis l'attività della istituzione piacentina che, anche negli anni della prima guerra mondiale, fu particolarmente attiva sul fronte della istruzione agraria, organizzando in particolare corsi per le donne.
Nel 1919 Zago venne chiamato a Roma, per poi trasferirsi a Napoli, con la titolarità della cattedra di orticoltura all'Istituto superiore agrario di Portici. Anche qui fece realizzare una serie di pregevoli tavole a colori della frutta e delle verdura della nostra penisola. Tra i frutti preferiti di Zago vi era la mela verdone che il pomologo ebbe modo di conoscere sui mercati della Val d’Arda. «Fra le molte varietà di mele che vengono comunemente coltivate nella provincia di Piacenza, una merita di essere in modo speciale segnalata pei sui pregi di bontà e lunga serbevolezza; la mela cosidetta Verdone». Così Ferruccio Zago descriveva l’importanza di questo frutto nell’articolo La Mela Verdone apparso sulle colonne de «L’Italia agricola» del 30 gennaio 1909. La tavola della mela verdone fu realizzata dal pittore piacentino Nazzareno Sidoli, autore di molte altre illustrazioni pubblicate sul giornale della Federconsorzi. A quella mela Zago rimase molto affezionato tanto che la volle presentare alla mostra nazionale di frutta ed uve da tavola di Trento, svoltasi nel settembre 1924. Anche se oramai lontano da Piacenza, fece sì che la Cattedra da lui guidata per tanti anni presentasse quei prodotti. E i risultati arrivarono tanto che alla Cattedra di Piacenza fu assegnata una medaglia d’oro proprio per la mostra della frutta.