La congiuntura bellica porta le industrie alimentare a sviluppare la produzione di cibi (carne, pesce, mortadella, frutta candita, ecc.) conservati in scatola e destinati alle forze armate.
Ai soldati al fronte saranno distribuite circa 230 milioni di scatolette di carne, in gran parte prodotte nello stabilimento di Casaralta, sorto nel 1876 in un ex convento dei Frati Gaudenti.
A partire dal 1913 la direzione dell’impresa passa sotto il diretto controllo del Ministero della guerra che contribuisce a rendere l’impianto un grande complesso industriale con l’introduzione di tecniche moderne per la macellazione, la cottura e l’inscatolamento di carni bovine. La produzione viene ampliata con la confezione di conserve suine, di brodo concentrato agli estratti di carne, di condimento in conserva per le razioni di pasta e riso delle truppe. Nello stabilimento, che darà lavoro a 2000 persone, vengono macellati circa 150 bovini al giorno, il che consente la confezione di 200.000 scatolette e migliaia di porzioni di dadi da brodo e condimenti per minestra.
Approfondimenti bibliografici
- Fabio Degli Esposti, L’industria bolognese nella grande guerra, in A Varni (a cura di), Storia di Bologna, vol. 4 Bologna in età contemporanea, tomo II, Bologna, Bononia University Press, 2013, pp. 45-151.