La “battaglia del grano”, è la prima grande campagna di mobilitazione di massa dello stato fascista condotta con moderni mezzi propagandistici. Essa deve guadagnare la popolazione alle finalità e alle idee-guida del regime.
A tale scopo nessun ambito della vita pubblica è escluso: nelle scuole, ad esempio, vengono distribuiti quaderni le cui copertine richiamano temi e motivi attinenti il programma alimentare e gli studenti partecipano alle «sagre del grano» annualmente promosse dal regime; nel 1928, poi, il ministero della Pubblica istruzione indice una gara fra gli alunni degli istituti medi per lo svolgimento di un tema riguardante la «celebrazione del pane», ispirato a un messaggio del duce.
Tra le tante iniziative messe in campo in tal senso (stando ai dati ufficiali tra il 1925 e il 1929 hanno luogo 30.000 conferenze e manifestazioni) una iniziativa di sicuro successo riguarda il passaggio nelle principali città italiane di un «autotreno del grano» - una colonna di automezzi dotata di cinematografo ambulante e altri mezzi di promozione – per diffondere le innovazioni tecniche in campo agricolo.
La propaganda di regime cerca di ridefinire una sorta di gerarchia qualitativa dei cibi, stilata tenendo conto di quanto la penisola è in grado di produrre: uva, olive, pane, riso, pesce e pasta.
A partire dal 1928, e per tutti gli anni Trenta, vengono finanziate un gran numero di sagre gastronomiche, come la “festa del pane”, la “giornata dell’uva”, ecc. La promozione alimentare che gode di maggior fortuna è proprio quest'ultima, istituita nel 1929 per incentivarne il consumo.