I programmi politico-alimentari del regime (dalla “battaglia del grano” alle varie iniziative prese per aumentare la produzione e il consumo del riso, dell’uva, dei prodotti ortofrutticoli) trovano ampio spazio nella scuola, uno dei contesti in cui più efficacemente si struttura il consenso di massa.
A partire dall’anno scolastico 1934-35, ad esempio, sono tenuti cicli di lezioni e concorsi per promuovere i prodotti alimentari italiani e vengono proposti temi, dettati e letture i cui testi presentano in modo immediato ciò che sta alla base dell’autarchia, i modelli di comportamento richiesti, le direttive imposte dal regime.

È un’operazione attenta in cui perfino le copertine dei quaderni vengono utilizzate per illustrare, esaltandole, le conquiste del fascismo.
Ecco alcuni esempi di questo tipo di testi, assai utili per la costruzione del consenso:

«L’autarchia è opera del duce. Autarchia significa fare da sé. Le nostre colonie rappresentano un ingrandimento nazionale; perciò l’economia nazionale e l’economia coloniale debbono procedere sullo stesso piano economico. La battaglia dell’autarchia è stata ingaggiata nel campo dei prodotti alimentari, nel campo delle materie prime industriali, nel campo dei combustibili minerali, dei tessili e delle sorgenti di energia» (Dettato, dicembre 1939, foto n. 1).

«Il 16 novembre 1939 il Duce, ricevendo il consiglio della Confederazione fascista dei commercianti, approvò l’iniziativa delle settimane autarchiche. Le settimane autarchiche sono fissate in questo modo […]. Le settimane autarchiche hanno un significato altissimo non soltanto per il compratore, ma anche per i venditori. Durante queste settimane vengono presentati al pubblico i prodotti ottenuti con materie italiane» (Dettato, dicembre 1939, vedi foto).


Approfondimenti bibliografici:

Jürgen Charnitzky, Fascismo e scuola. La politica scolastica del regime 1922-1943, Firenze, La Nuova Italia, 1996.