Strenna-supplemento dell’anno 1937 al mensile La Rivista delle famiglie, periodico indirizzato a un pubblico di modesta estrazione, per il quale Bonfiglio Krassich, forse di origini istriane o croate, compila i supplementi annuali gastronomici dal 1934 al 1937. In copertina una cartina geografica dell'Italia identifica con 17 icone i prodotti tipici della gastronomia regionale, ma a sinistra l’elenco comprende solo 16 regioni e dimentica la Campania.

La matrice culturale-ideologica del ricettario è di regime, con temi e toni che esaltano il progetto di grandezza del fascismo: la ricchezza della tavola rappresenta la ricchezza agricolo-produttiva del Paese, e alle massaie è affidata la missione di salvaguardare il prodotto nazionale. Una funzione centrale spetta alla sposa e madre di famiglia, unica depositaria di un piccolo mondo domestico.

Viaggiando per l’Italia non si può fare a meno di constatare come in questi ultimi anni siano state costruite opere grandiose che testimonieranno nei secoli la grandezza del Fascismo. Possiamo orgogliosamente affermare che il volto stesso della patria si è andato trasformando con città rinnovate, porti, strade, edifici nuovi, caserme, ospedali! [… ] Accanto a questo fervore operoso, sintesi di commerci e di traffici, anche la vita si va rapidamente trasformando, pur rimanendo attaccata, nell’etica, alle forme più intime ed elevate dell’educazione, della cultura e della famiglia. La canzone gioiosa della nostra gioventù, sana e temperata a tutti gli sport, riempie il cielo da un capo all’altro della penisola […]. Non sorprenderà, quindi, se in questa Italia rinnovata dal Fascismo, la cucina viene oggi considerata un’arte. Arte vera ed arte bella che tende a dare nella vita sensazioni piacevoli, tali che dispongono l’animo al bene. Come la musica è l'arte dell’udito, la pittura e la scultura quella della vista, così l’arte gastronomica è l’arte del gusto. Il miraggio di una tavola imbandita, gioiosa di prelibate vivande sapientemente preparate, suscita anche nella persona più avversa sentimenti gentili di fratellanza, di affetto e di amore. Il folclore del nostro popolo non consiste unicamente nelle manifestazioni della sua vita contadinesca, nelle originalità dei suoi prodotti artigianali, nel colore locale delle sue feste campestri. Bisogna saper osservare meglio e non è esagerato affermare che esso consiste soprattutto nella cucina le cui mete particolari variano da regione a regione. Ed è in questo appunto consiste la nostra ricchezza».
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Bene a ragione si può quindi affermare che l’Italia è tanto ricca in arte culinaria come nei suoi ricordi artistici, storici e archeologici, e la sua cucina ha saputo trarre la sua varietà dal clima, da quella dei prodotti del suolo e dalle genialità delle sue genti operose, quel carattere particolare che rende famosa la sua tavola in tutto il mondo. Bisogna fare in modo che questo carattere non vada perduto. Tutti gli sforzi del regime e tutti i comandi del Capo sono oggi rivolti a raggiungere una vasta agricoltura nazionale. Per arrivare a ciò occorre elevare la mensa conservando la cucina nostra varia e ricchissima e difendendola da qualsiasi contaminazione straniera. Questo compito spetta alle massaia italiane che, custodi delle tradizioni della casa, sapranno a loro volta tramandare la cucina locale paesana a casalinga, onore e vanto del nostro paese»
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La cucina […] stanza gioiello, deve preoccupare la sposa moderna. Non perché l’arredarla sia cosa difficile tanto più quando si possiede un locale dotato di tutte le più recenti comodità. Nelle moderne costruzioni razionali si rivestono le pareti delle cucine con piastrelle color pervinca perché secondo quanto affermano alcuni chimici tale tinta ha la proprietà di allontanare le mosche. Qui tutto è terso e scintillante, l’acquaio in porcellana bianca è sormontato da rubinetti cromati, mentre sulla cappa in vetro smerigliato sta un apposito aspiratore per evitare gli odori sgradevoli. Con un minimo di fatica è possibile mantenere la più scrupolosa pulizia. Si sceglieranno alcuni mobili laccati con quotidiana facilita, si orneranno le finestre con tendine diafane intonate coi colori interni e si acqusiterà tutto quel complesso di oggetti indispensabili per preparare dei buoni pasti che sono, non di rado, il talismano della felicità famigliare.

Nel ricettario sono dedicate 30 ricette a Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia, la metà a Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Calabria e Sardegna e solo 10 a Puglia e Calabria. Le fonti prevalenti sono la Guida Gastronomica d’Italia (1931) del Touring Club Italiano e La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (1891) di Pellegrino Artusi, ma non mancano ricette estrapolate da menù di ristoranti tipici.

Con buona pace di Filippo Tommaso Marinetti e della sua disputa montata ad arte contro i maccheroni, nell’opera conquista spazio la pasta asciutta: «culto tenace ed inattaccabile […] incomparabile creazione, caratteristicamente nostrana […], etichetta gloriosa di una magnifica schiera di vivande salubri, nutrienti, perfette, irresestibilmente grate al palato come fisiologicamente propizie allo stomaco, pietanze tipicamente aderenti al gusto degli Italiani - fatto di semplicità raffinata – ed insieme infallibilmente appropriati alla sanità agile e vigorosa della nostra razza». Uno dei capolavori degli usi napoletani, pilastri della cucina italiana che qui si rappresenta come cucina nazionale: catalogo di usi territoriali incardinati sulle regioni.