Durante la Seconda Guerra Mondiale, la crisi produttiva degli alimenti, l’insufficienza di cibo, il razionamento e il vasto fenomeno del mercato nero portano a varie forme di protesta organizzata, a volte di matrice politica. Manifestazioni popolari, specialmente di donne, prendono vita nel Mezzogiorno ancor prima della caduta del fascismo. Di particolare importanza sono le agitazioni operaie nei grandi centri industriali del Nord esplose a partire del marzo 1943, nelle quali si denuncia, tra le altre cose, il disagio economico e la carenza di generi alimentari. Gradualmente si costituisce un collegamento fra azioni sindacali, proteste di piazza e lotta armata che porta ad azioni atte a proteggere prodotti agricoli sottratti agli ammassi fascisti. Le proteste contro la fame contribuiscono a costruire consenso fra classi sociali differenti e abbattere barriere nell’ambito dell’ampio fronte antifascista.