Le italiane sono le principali destinatarie dei messaggi propagandistici connessi alla politica autarchica: sono loro che devono essere convinte della necessità di comprare prodotti nazionali ed eliminare gli sprechi per contrastare le “inique sanzioni”.

Il nuovo stile di consumo assume dunque particolare significato per le donne, indipendentemente dalla loro classe sociale: le casalinghe borghesi vengono invitate a sostituire il the inglese con il carcadé di produzione coloniale, le operaie sono esortate a servirsi della loro creatività per ottimizzare le scarse risorse alimentari disponibili, mentre le massaie delle zone rurali vengono incitate ad allevare un maggior numero di polli e conigli per sostituire l’importazione delle carni bovine.

Le rubriche di cucina, ad esempio, insistono sulla necessità di risparmiare e di cucinare utilizzando alimenti sostitutivi e surrogati. Alle casalinghe viene insegnato a preparare piatti «utilissimi specialmente nei giorni di sanzioni» che per il loro sapore non fanno sentire affatto «la mancanza di una pietanza di carne».

Per orientare maggiormente i consumi alimentari femminili il regime favorisce la pubblicazione di manuali che forniscono alle donne consigli pratici per gestire nel modo migliore le risorse disponibili, tra i più diffusi quelli di Fernanda Momigliano ed Emilia Zamara. Nel primo si invitano le massaie a risparmiare su tutto, ma soprattutto sul cibo, mentre nel secondo le si esortano a difendere la patria «dall’iniquo assedio economico» preparando ricette da cui la carne è bandita.

Anche le riviste gastronomiche si allineano alle direttive autarchiche: «La cucina italiana», una delle più autorevole e vendute dell’epoca, si adopera per insegnare alle donne a cucinare «nel periodo delle sanzioni», utilizzando la cassetta di cottura; sottolinea, quale imperativo patriottico, la necessità di economizzare; esalta il ruolo delle massaie rurali nel raggiungimento dell’indipendenza alimentare.

L'allevamento del coniglio (1935).


Approfondimenti bibliografici:

Victoria De Grazia, Le donne nel regime fascista, Venezia, Marsilio, 1993.