Una difesa tenace dagli «assalti dello scatolame» a suon di “turtell” (tortelli), conditi con «ottimo ed abbondante burro ed eccellente formaggio di grana grattugiato», accompagnati - l'ordine per la verità è a discrezione del commensale - da “anvein” fatti con «buon ripieno di carni triturate frammiste a uova e formaggio, servito con gustoso brodo di pollo»: a difendere la tradizione gastronomica nostrana ci pensano questi due primi, nati dall'interpretazione dei «buoni e genuini prodotti del nostro fertile suolo». L'invito a conoscerli e a gustarli è rivolto al turista che, dopo un impegnativo giro tra piazze e palazzi della città e dei borghi, può fare una sosta in una trattoria per apprezzare i piatti tipici di una gastronomia, quella piacentina, che «tende al semplice e non ha ricercate raffinatezze» (Panorami di Piacenza, 1955). Siamo nel 1955 ed Aldo Ambrogio, da venti anni alla guida dell'Ente provinciale del Turismo di Piacenza, sta portando avanti da tempo un programma di documentazione e di valorizzazione del patrimonio enogastronomico piacentino. Tra un progetto di ammodernamento della ricettività alberghiera e l'organizzazione di una rievocazione storica, il direttore dell'Ept non trascura certo questo aspetto di diffusione della conoscenza delle tradizioni legate alla cucina. Nato nel 1890, diplomato ragioniere, segretario di vari enti ed associazioni, nel 1936 Ambrogio è chiamato alla guida dell'Ept, appena costituitosi anche a Piacenza per dare attuazione al regio decreto 1425 del 20 giugno 1935, convertito nella legge n. 413 del 3 febbraio 1936. Agli inizi degli anni Cinquanta l'Ept di Piacenza dà vita ad una collana di guide turistiche, alcune delle quali anche in versione francese ed inglese, caratterizzate da una raffinata veste editoriale, all'interno delle quali l'aspetto enogastronomico inizia ad avere la sua rilevanza. Ambrogio è pure un eccezionale disegnatore e la sua bella mano grafica dà forma ad un'interessante iconografia alimentare, che restituisce tutta la varietà di una cucina piacentina legata sì alla tradizione emiliana, ma caratterizzata da una «maggiore parsimonia nell'uso dei grassi». Qui, tra zuppiere di ceramica e pentole in rame, fanno bella mostra grappoli di uva da tavola, da tempo vanto dell'export piacentino, mentre ruspanti polli vanno a braccetto con profumati salumi penzolanti, per chiudere in bellezza con i rinomati vini delle valli piacentine.

Ambrogio sicuramente potrebbe avere avuto una parte rilevante nel passaggio di informazioni della Guida edita dal Touring nel 1969, ove, tra i ringraziamenti contenuti nella parte introduttiva, compare anche l'Ept di Piacenza.