Parte Prima
Montecchio Emilia: un sentiero verso la modernità (1880-1922). a.s. 2013-14

Parte Seconda
La Capolo a Montecchio: metamorfosi di un piccolo mondo (1950-1975). a.s. 2014-15.

Progetto biennale di ricerca-azione realizzato dagli studenti dell'ISS Silvio D'Arzo (entro il progetto ConCITTADINI, Settore MEMORIA-2013-2015)

A cura di Antonio Canovi, Lorena Mussini


Quando l'umile latta incontrò sua maestà...il pomodoro

Storia della capolo di Montecchio Emilia e del distretto industriale in Val D'enza

1912. Il complesso delle maestranze della Casa del Popolo, con il segretario Don Guido Iori, il Direttore Giacomo Bolzoni e il capofrabbrica Silvio Minardi
1912. Il complesso delle maestranze della "Casa del Popolo", con il segretario Don Guido Iori, il Direttore Giacomo Bolzoni e il capofrabbrica Silvio Minardi
 

Ricerca-azione storico-memoriale, realizzata nel biennio scolastico 2013-15 da alcune classi quinte del Liceo Silvio D’Arzo di Montecchio Emilia, sulla nascita, in una Casa del Popolo "bianca" agli inizi del '900, della fabbrica Capolo a Montecchio Emilia, nel versante reggiano della Val d'Enza. Questa fabbrica, a partire dagli anni Venti e Trenta, in pieno regime fascista, cresce e si sviluppa, incontrando il pomodoro, tipica coltivazione del versante parmense della Val d'Enza e dando impulso ad altre fabbriche dell’indotto.

La Capolo attraversa gli anni del boom economico italiano diventando il baricentro di un vero e proprio distretto industriale che connota, grazie anche al ricco tessuto produttivo e commerciale, lo sviluppo socio-economico nell'intero territorio.

Oggi la Capolo è diventata una multinazionale, ma non ha perso la funzione di improntare la realtà industriale ed economica della Val D'enza.

Il prevalente approccio geostorico e memoriale della ricerca ha consentito ai ragazzi di rivivere i fatti, incontrare i protagonisti di questo lungo processo di industrializzazione del territorio, portandoli a ricostruirne le diverse fasi di modernizzazione e le trasformazioni, anche socio-culturali che si sono determinate nell'intera zona e nelle comunità di appartenenza.

I laboratori storici, improntati prevalentemente dall'analisi sincronica e diacronica dei segni e dei mutamenti rintracciabili negli spazi e nei luoghi studiati e visitati, hanno reso visibili e riconoscibili le principali trasformazioni geofisiche, urbanistiche ed infrastrutturali, che sono state diretta conseguenza della crescita del distretto industriale attorno alla Capolo.

Nei percorsi di studio e approfondimento i ragazzi hanno attraversato fisicamente questi luoghi, ne hanno ripercorso le strade, i ponti, le vie che collegano le due sponde del fiume Enza il quale, scorrendo fra due province limitrofe, Reggio Emilia e Parma, le unisce e le divide, creando un'uniformità di connotazione territoriale che nel tempo ha assunto una sua identità specifica, matrice socio-culturale di appartenenza per la gente della zona.

L'esplorazione dell'area del distretto industriale ha reso comprensibile quanto possano incidere - in un processo di modernizzazione e di industrializzazione di un territorio - la conformazione geofisica, la cultura e le tradizioni della sua gente, le capacità imprenditoriali e i saperi che di quella cultura sono espressione, al punto di determinarlo e connotarlo in maniera del tutto originale e peculiare.

La raccolta di racconti orali e di testimonianze inter-generazionali ha vivificato un percorso di studio che rischiava di restare una ricostruzione asettica e fredda sul piano umano e motivazionale, rendendolo un osservatorio storico-politico di straordinario interesse: prisma della storia dell’industria e del lavoro nel corso del Novecento.

Gli studenti, preparati e guidati per l'intero bienno di sperimentazione didattica dal Prof. Fabrizio Azzali, con l'accompagnamento e la consulenza degli esperti coinvolti nel progetto e intervenuti in tutte le fasi del processo, hanno prodotto due elaborati multimediali e sono stati, spesso, ideatori di soluzioni multimediali e di opzioni divulgative originali. 

Parte prima: il dvd

Nel corso dell’a.s 2013-14 i ragazzi delle classi 5A e 5 B (Indirizzo Tecnico Industriale Superiore IS Silvio d'Arzo di Montecchio Emilia) hanno prodotto un doc-film dal titolo “La fantasia delle mani. Parte prima”. Filmato, della durata di 50', prodotto dagli studenti con l’assistenza di un regista professionista, Nico Guidetti, che si è occupato del girato per luoghi e protagonisti, del montaggio filmico, delle musiche e dell'editing finale. A cura degli studenti: sceneggiatura, ricostruzione e ambientazione di fatti e protagonisti (re-interpretati da loro stessi), specie della fase iniziale della fondazione della Capolo, fino agli anni Venti e Trenta del Novecento. Un periodo storico di profonde trasformazioni politiche e socio-economiche sia perchè fortemente improntato dall'ascesa ed affermazione del fascismo sia perchè coinvolto nelle prime fasi dell'industrializzazione del nostro Paese, addirittura anticipate in questa zona con i tratti tipici di altri analoghi processi in atto - su più larga scala - in altre parti d'Italia ed Europa.

Gli studenti hanno costruito un vero e proprio set cinematografico per dar vita, con ricostruzioni e animazioni teatrali.

Aspetti didattico- metodologici

La Fantasia delle mani. Parte prima è un prodotto corale per l'originalità della tessitura che tiene unite narrazioni individuali e collettive. Il territorio non solo rappresenta lo sfondo e l'oggetto di studio, condensato nella fabbrica-simbolo del distretto industriale, ma diventa una comunità mnestica che trasmette e produce memoria. Fra le diverse metodologie didattiche, prevalentemente interattive ed euristiche, utilizzate per studiare luoghi e protagonisti, se ne evidenziamo due:

  1. la ri-attualizzazione dell' evento, con un’attenta e scrupolosa ricostruzione dell'ambiente e dei protagonisti degli eventi tramite l'Intervista Impossibile;
  2. b) la scoperta o disvelamento di qualcosa che anche prima si vedeva, ma non si guardava; si osservava, ma non si riconosceva. Qualcosa che si guarda anche col senso ed il significato dei protagonisti, in un “gioco di sguardi” incrociati e asimmetrici sul piano temporale e spaziale che rendono comprensibili quei fatti ri-costruiti, ri-appresi e ri-conosciuti come propri. E proprio in questo come se è racchiuso il valore aggiunto di queste metodologie didattiche.

 

La prima sede della Casa del Popolo
La prima sede della "Casa del Popolo"

La sede CAPOLO in viale Prampolini dopo i lavori di apliamento
La sede CAPOLO in viale Prampolini dopo i lavori di apliamento

Parte seconda: il dvd

Nell'a.s. 2014-15 i ragazzi della classe 5 A-AFM dell'IstitutoSuperiore D'Arzo hanno prodotto il secondo dvd, un documentario con testimonianze di lavoratori, protagonisti dello sviluppo della Capolo nella seconda metà del Novecento (“La fantasia delle mani. Parte seconda”).
Prima dell'incontro con i testimoni gli studenti hanno studiato l’industrializzazione del territorio, delle trasformazioni del lavoro e del sistema produttivo, nonché della evoluzione di un “distretto industriale” di primaria importanza locale, nazionale e internazionale. Ciò ha permesso loro di focalizzare l’attenzione su un luogo definito, rileggendone i principali fattori di cambiamento socio-economico in un periodo cruciale del Novecento: gli anni '60 e '70 del secolo scorso.
La conclusione del percorso di ricerca-azione ha puntato alla realizzazione di un prodotto, curato dall'esperta multimediale Liviana Davì, in cui la dimensione narrativa fosse ridotta al minimo e la ricostruzione storico-memoriale affidata alla voce dei protagonisti che, attraverso una serie di interviste intervallate da immagini e documenti d'epoca, fanno riemergere il tessuto personale e collettivo del periodo.
La serie delle testimonianze dei protagonisti (operai non qualificati, operai-capireparto, operaie e donne del sindacato, religiosi e laici ex componenti del CdA della fabbrica, ecc...) ripercorre il cammino dell’industrializzazione, nel nostro Paese, dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, dal fordismo al post-fordismo, con una memoria significativa della conquista dei diritti fondamentali, da parte di lavoratori e lavoratrici, seguendo anche le trasformazioni nell'attività produttiva e negli assetti di management che hanno trasformato la Capolo in una multinazionale.

Aspetti didattico- metodologici

"La fantasia delle mani. Parte Seconda" è un documentario della durata di 20’ che assembla, in una narrazione collettiva, le testimonianze raccolte attraverso la modalità dell'incontro col testimone e dell'intervista reale. Il suo schema-base riproduce le modalità tipiche della memoria episodica e descrittiva dei fatti, improntata sulla memoria visiva propria del testimone oculare, la quale trapassa e travalica il “qui e ora” grazie al complemento del documento ed alla contestualizzazione della fonte orale.

Nel passaggio generazionale del racconto, dal testimone oculare ad altri soggetti e ad altre generazioni, c'è sicuramente una deformazione, una manipolazione, una distorsione, ma anche il segno del riconoscimento, dell'appartenenza, dell'identità, della solidarietà. Dunque il racconto complessivo, così come è stato montato, risulta composto di vari tasselli: di documenti, di ricordi personali, di suggestioni del presente, di esplorazioni dei luoghi più significativi. In una vera e propria autobiografia collettiva, nella quale tutti si possono riconoscere.

1960. Foto di gruppo alla CAPOLO
1960. Foto di gruppo alla CAPOLO

1962. Foto di gruppo alla S.C.A.L. Sono arrivate le donne...
1962. Foto di gruppo alla S.C.A.L. Sono arrivate le donne...
 

Referenti progetto Concittadini Assemblea Legislativa E.R.
Alessandro Criserà, Rosa Maria Manari

Referenti Istituto per la Storia e le Memorie del ‘900 Parri E.R.
Alberto De Bernardi, Nadia Baiesi

Gruppo di progetto: Rosanna Rossi (Dirigente Scolastico D'arzo), Fabrizio Azzali (docente Istituto D'arzo), Antonio Canovi (Agenzia Geostoria Eutòpia), Lorena Mussini (Sezione didattica Istituto per la Storia e le Memorie del ‘900 Parri E-R), Morena Vannini (Sezione didattica istituto Cervi), Nico Guidetti e Liviana Davi (esperti multimediali, montaggio e regia filmati).